Conosci Claudia?

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Cara estetista manager,

anche a te a scuola le maestre raccontavano le fiabe di Fedro ed Esopo per insegnarti la morale? Credo proprio di si, a scuola queste fiabe con protagonisti gli animali, venivano utilizzate per insegnarci a distinguere i comportamenti giusti da quelli sbagliati. Spesso rivedevamo noi o il nostro amichetto nella volpe arrogante, il lupo prepotente o il cane buono e fedele.

Le storie sono belle da leggere e ascoltare, rendono chiaro il concetto che si vuole trasferire e creano subito immedesimazione. Per questo motivo abbiamo deciso di raccontarti una storia vera, la storia di Claudia, una tua collega, che un tempo aveva un centro estetico da gestire.

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Claudia si è trovata in un preciso momento della sua vita a vivere in una centrifuga, si hai letto bene, in una cen-tri-fu-ga. Ogni giorno della sua vita era uguale all’altro, era in un turbinio impazzito di impegni lavorativi che avevano preso il sopravvento su gli impegni della sua vita personale e familiare. Proprio come in una centrifuga, era spinta da un problema all’altro da risolvere, senza tregua, senza respiro, senza un criterio logico.

Cosa succede quando nella centrifuga finisce qualcosa che non doveva, tipo una maglietta pregiata di lana merino? Si restringe, giusto! E’ esattamente quello che  è successo alla cosa più preziosa che possedeva Claudia, il suo tempo. Claudia si è ritrovata a non avere più tempo libero, il tempo era come ristretto, viveva solo per lavorare, ma tutto questo tempo dedicato al lavoro non le generava maggiori ricavi, anzi.

Erano mesi che Claudia faticava a pagare i fornitori, a stento pagava le sue collaboratrici, le tre che erano rimaste dopo che si era trovata costretta a licenziare le altre, e soprattutto erano mesi che non riusciva più a far uscire il suo stipendio. Le sue giornate lavorative erano scandite da imprevisti da fronteggiare: buche in agenda e quindi mancati incassi, imprevisti in cabina, collaboratrici tese per il  clima di tensione che  si respirava nel centro. Claudia si era accorta che anche le clienti avevano intuito che qualcosa non andava, ma non riusciva a trovare il tempo per dedicarsi a loro quando arrivavano o quando andavano via, come era solita fare un tempo. Riusciva appena  ad abbozzare un sorriso mentre dalla reception passava alla cabina,  e quando era in cabina, era talmente assorta nei suoi pensieri che non riusciva  più a lasciarsi andare alle chiacchiere leggere con le clienti. Eh si … Claudia aveva tanti pensieri, anche a casa inevitabilmente le cose non andavano. Con il marito aveva pochi se non nulli  momenti di serenità, si discuteva spesso per la gestione faticosa anche delle spese in casa, il figlio non andava più bene a scuola, risentiva della mancanza della mamma e soprattutto era provato dalla tensione continue  tra i genitori. Ormai in casa entrava solo lo stipendio del marito e si faticava a gestire tutte le spese, e tutte queste difficoltà stavano sempre di più allontanando Claudia dal marito. Come era arrivata a questo punto?? Era la domanda che ogni notte teneva Claudia sveglia, ma ancora non era riuscita a trovare risposta, era piena di sensi di colpa, si rimproverava il fatto di aver acquistato quel costoso macchinario per l’epilazione e di essersi resa conto del cattivo investimento troppo tardi, solo quando dopo le promo iniziali nessuno lo richiedeva. Forse non era quello il trattamento più effettuato nel suo centro? E come poteva saperlo?  Avrebbe potuto investire diversamente i suoi risparmi? Poteva magari ristrutturare il centro? Forse in questo modo, un nuovo ambiente avrebbe stimolato le clienti attuali e potenziali, migliorano anche l’umore delle sue collaboratrici? E’ stato quello l’investimento sbagliato? E tutte queste domande ogni notte accompagnavano Claudia verso l’alba, verso una nuova routine, ma un giorno la notte portò a Claudia un consiglio, l’unico, l’inevitabile.

Dopo un’altra notte insonne, Claudia si reca in banca preleva tutto, paga alcuni dei fornitori in attesa, paga le sue tre ragazze, paga le utenze in ritardo, mora compresa, e comunica al suo team che a fine mese avrebbe chiuso il centro.

Claudia purtroppo è una storia comune, il Fallimento, quello spettro che spaventa tutti, spesso ci vincola nelle scelte, non ci fa osare, non ci fa percepire quei campanelli d’allarme che ci dicono che è il momento di uscire dalla nostra zona di comfort e cambiare. Il Fallimento è dei “piccoli” quanto dei grandi  e per questo motivo se ti è captato di fallire come Claudia, non ti devi demoralizzare o colpevolizzare.

Il caso Kodak  in breve

Ricordi  la Kodak? Nell’era dei rullini, degli sviluppi fotografici, delle attese lunghe prima di vedere gli scatti delle vacanze, Kodak era la fotografia per eccellenza.

kodak

La Kodak con la stessa velocità con la quale si è affermata sul mercato agli inizi, è tramontata con l’avvento del digitale, ha tentato  di stare al passo ma alla fine  è emersa l’incapacità dell’azienda nel visualizzare le possibili potenzialità future per il proprio business. La velocità di intuire i cambiamenti del mercato è fondamentale, Kodak è stata lenta , le è stata fatale forse la paura, e così nel  2012 l’azienda ha richiesto la bancarotta assistita, ultimo e non inatteso step di una lunga discesa.

Il Caso di Seat Pagine Gialle in breve

Società Elenchi Abbonati al Telefono,  cominciò a pubblicare gli elenchi nel 1926. Tutti siamo

pagine gialle

cresciuti con le pagine gialle da ritirare giù dal portiere, e da riporre nel mobiletto sotto al telefono. Seat Pagine Gialle non si adegua al cambiamento, all’ avvento del web si imbarca in business senza avere le dovute competenze e conoscenza del mercato e tutto ciò ne ha decretato inesorabilmente il fallimento.

 

Perché dopo la storia di Claudia ti ho voluto riportare due casi eclatanti di fallimento di due grandi Brand degli anni 90 ?

Per sottolinearti che quando decidi di fare il passo di realizzare i tuoi sogni, avviare una tua attività, devi mettere in conto la  possibilità di fallire. Fallimento, fallimento, fallimento, devi avere il coraggio di pronunciare questa parola a voce alta, senza paura, ma con sfida, con sprono. Il fallimento non deve bloccarti le ali per spiccare il volo ma deve spingerti a planare con intelligenza, attenzione e soprattutto con un equipaggiamento adeguato!

Cosa farà adesso che avrà chiuso il suo Centro?

#staytuned Magari lo scopriamo nel prossimo articolo

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